L’unica regola del viaggio è:
non tornare come sei partito.
Torna diverso.
(Anne Carson)
Cos’è lo stress da rientro? Se dovessimo chiedere alle persone che sono rientrate in ufficio come è stata la ripresa delle loro attività quotidiane, la quasi totalità degli intervistati risponderebbe “traumatica”: molti ci direbbero di essere con la mente ancora sdraiati sulla sabbia, o che desidererebbero tornare a camminare tra le montagne. Insomma, ovunque ma non seduti davanti al proprio pc!
Questa condizione risulta caratterizzata da ansia, insonnia, nervosismo, spossatezza eccessiva. Spesso ci si sente incapaci di concentrarci, fisicamente appesantiti, psicologicamente non pronti, schiacciati dal senso di responsabilità e dai compiti incombenti.
Lo stress da rientro, però, è accentuato da un grande paradosso: se alle stesse persone di prima chiedessimo quanto effettivamente si sono godute le vacanze, all’incirca la stessa percentuale ci direbbe di aver controllato la mail almeno una volta al giorno, di essersi percepito in dovere di essere “reperibile”, o semplicemente di aver trascorso le proprie ferie con l’ansia del conto alla rovescia.
Non staccare del tutto la mente durante le nostre meritate vacanze impedisce di ritrovare le giuste energie e l’opportuno spirito per tornare carichi alla nostra vita quotidiana. E di conseguenza, anche il nostro lavoro può risentirne perché lo percepiamo come sempre più pesante, come qualcosa da cui necessariamente dobbiamo evadere.
Come fare a gestire tutto questo? Ecco alcune semplici strategie
1.Non a capofitto
Se avete la possibilità, evitate di rientrare dalle vostre vacanze il giorno prima della vostra ripresa lavorativa: in questo modo, avrete il tempo di riabituarvi ai ritmi della vostra vita quotidiana (oltre che a fare tutte le lavatrici e la spesa!)
2. Less is more
Quando rientrate a lavoro, non fatevi travolgere dalle troppe pratiche accumulate né imponetevi di dare il meglio di voi stessi: sia il vostro corpo che la vostra mente hanno bisogno di abituarsi gradualmente alla routine quotidiana. Cercate di organizzare la vostra agenda individuando le vostre priorità a breve termine, e se il vostro capo vi chiede di assolvere ad un compito molto complesso, suddividetelo in piccole parti affrontandone una alla volta, il risultato sarà migliore e non andrete subito in modalità risparmio energetico!
3. Mantenete un legame
Il periodo di vacanza spesso diventa occasione per iniziare o riprendere le cosiddette “buone attività” quali leggere un libro, praticare sport, ascoltare musica. E’ importante che queste occupazioni non siano occasionali, ma entrino a far parte della vostra routine. Non solo perché quel legame vi aiuterà a star meglio nel periodo della ripresa lavorativa, ma anche perché la vostra quotidianità si arricchirà di elementi positivi e utili per il mantenimento del vostro benessere psico-fisico.
4. Datemi un rastrello
Avere davanti agli occhi lo schermo del computer invece del panorama bellissimo che ha accompagnato le vostre vacanze vi rende tristi e nostalgici? Quale miglior soluzione se non quella di arricchire la vostra postazione di ricordi positivi? Una conchiglia, la tazza dell’albergo in cui siete stati, il gadget che avete acquistato durante la sagra di paese, insomma qualcosa che vi ricordi un bel momento delle vostre vacanze può essere utile per farvi tornare il sorriso!
5. Dormite quando potete
In vacanza non abbiamo orari, e possiamo scegliere di dormire fino a tardi, alzarci presto, addormentarci quando sorge il sole o al momento del crepuscolo, pranzare alle 15 e cenare alle 23. Insomma, possiamo fare ciò che vogliamo. Tornare a casa invece significa rientrare in un ritmo fatto di sveglie, orari, agende scandite. E il nostro sonno può risentirne. E’ capitato a tutti di addormentarsi con fatica una volta tornati a casa dalle ferie. Per aiutarci, possiamo fare un bel bagno caldo la sera, bere una tisana, e andare a dormire presto, magari conciliando il sonno con un buon libro.
Vogliamo concludere questo contributo con una riflessione utile per gestire al meglio non solo il rientro a lavoro, ma anche il valore che date alla vostra attività; e lo vogliamo fare raccontandovi una breve storia.
C’era un passante che un giorno passò davanti a 3 muratori impegnati nel loro lavoro e chiese: “Cosa state facendo?”
Il primo muratore rispose: “tiro su un muro”. Il secondo: “costruisco una casa”. Il terzo, infine, dichiarò “creo il nido di una famiglia ”.
Il passante rifletté sulle risposte ricevute, giungendo alla conclusione che il primo muratore ha un mestiere, il secondo una carriera, il terzo una vocazione.
Di fatto i tre muratori stavano svolgendo lo stesso lavoro nello stesso posto e nello stesso momento, ma le loro esperienze soggettive risultano molto diverse.
Quale è la morale della storia?
Che non esiste un lavoro migliore di un altro, ma il lavoro assume il significato che noi stessi gli vogliamo attribuire. C’è chi contempla il lavoro come un semplice strumento per mantenersi, chi come l’opportunità di far carriera, chi come una priorità della propria vita. Non esiste un modo giusto o sbagliato, esiste però la splendida opportunità di capire se il nostro lavoro può diventare qualcosa di più, ovvero espressione dei nostri valori di base, che rientri in un più ampio quadro rappresentato dalla nostra vita.
Per capirlo prova a farti queste domande:
Cosa rappresenta per te il tuo lavoro?
Posi quel mattone perché sei obbligato?
O perché ti aiuterà a fare un gradino in più nella tua scala sociale?
O forse quel mattone ti sta mettendo in contatto con qualcosa di più grande?
Ed infine: cosa potresti fare per legare il tuo operato a valori o scopi per te significativi?