La paura è umana.
Affrontala con il coraggio.
P. Borsellino
Ferie estive e vacanze natalizie: periodi in cui abbiamo l’opportunità di rilassarci, di fermarci un attimo, di prenderci del tempo e svagarci. Quindi momenti dell’anno che, in teoria, dovrebbero agevolare il nostro benessere psico-fisico. Eppure, da qualche anno stiamo assistendo ad un aumento considerevole di richieste di supporto psicologico proprio al termine di queste fantomatiche pause-relax. Secondo alcune stime sui trend dei motori di ricerca, infatti, i mesi in cui si impenna l’utilizzo della parola “psicologo” su Google sono Settembre e Gennaio.
Come mai? Una risposta è riconducibile al fatto che, durante le vacanze, è sempre più difficile staccare completamente la spina, anche grazie alle nuove tecnologie che ci tengono sempre connessi, con la conseguenza che il nostro corpo e la nostra mente non hanno un reale spazio per ricaricarsi. Spesso infatti si torna dalle vacanze più stressati di quando siamo partiti.
Ma il punto centrale che giustifica questo boom si chiama ambivalenza o, se vogliamo usare un altro termine tecnico, effetto paradossale: fermandoci, spesso, emergono crisi e stati emotivi negativi tenuti sotto soglia durante l’anno.
E’ un po’ come quando fai attività fisica: fintanto che continui a farla, avverti la fatica ed il dolore muscolare ma vai avanti. Quando ti fermi, però, il corpo diventa pesante, dolorante, a volte sei quasi bloccato. Cosa succede quando ti fermi? Aumenta la capacità di “sentirti”, entri in contatto con le tue fragilità e le emozioni spiacevoli, coperte fino a quel momento dalla fatica dello sport.
Detto in altri termini, la tua routine quotidiana ti stanca ma al contempo ti protegge dalla possibilità di ascoltarti. E poi giunge inesorabile l’estate.
Quali sono le situazioni che maggiormente (ri)attivano il disagio quando arrivano le vacanze? Di seguito alcuni esempi.
- Problemi economici: l’estate porta molti di noi a “fare i conti con i nostri conti”, in quanto può capitare che le nostre risorse economiche non siano adeguate ai nostri desideri. Potresti essere costretto a non partire per il viaggio tanto desiderato o a sentirti inadeguato se messo a confronto con colleghi o coetanei (e su questo Instagram è imbattibile), aumentando così la probabilità di vivere un senso di frustrazione, oltre a sentimenti di inadeguatezza, rabbia e depressione;
- Difficoltà relazionali: estate è spesso sinonimo di feste, amici, cene in compagnia, insomma di tante occasioni di incontro sociale. Ci troviamo più esposti al contatto con l’altro e a vivere condizioni meno strutturate. Questo può risultare problematico per chi soffre di stati ansiosi o semplicemente di “grande timidezza”. Al contrario del resto dell’anno, caratterizzato da contesti condivisi che facilitano l’incontro con gli altri (si pensi al lavoro, all’università, alla palestra), l’estate può essere caratterizzata da solitudine;
- Stati depressivi e altri disagi: a volte il nostro disagio psicologico può essere “tenuto a bada” grazie ai tanti impegni che caratterizzano la nostra routine quotidiana. Siamo talmente impegnati da riuscire a mantenere il nostro malessere ad un livello per noi accettabile. Con l’avvento dell’estate, però, tutti i nodi vengono al pettine: magari i tuoi amici ed i tuoi familiari sono in vacanza, il tuo terapeuta è in ferie, la tua azienda è chiusa, e sei un po’ più isolato. Questo può amplificare eventuali vissuti depressivi, o angosce, ansie, paure, pensieri paranoici, etc;
- Crisi di coppia: se stai vivendo una fase delicata della tua relazione sentimentale, l’arrivo dell’estate può amplificare il tutto. Immagina il momento in cui devi organizzare le vacanze col tuo partner: prende avvio una vera e propria negoziazione che non può escludere i bisogni di tutti, a volte famiglia d’origine compresa! Inoltre, se durante l’anno avete “silenziato” le vostre difficoltà grazie alla routine quotidiana, le vacanze vi mettono di fronte alla possibilità di dedicare un tempo di svago, piacere e cura alla vostra coppia: un’intimità che può essere un toccasana oppure un enorme rischio! Stare vicini ma lontani dal vostro ambiente quotidiano può diventare pericoloso se ci sono non detti o rancori irrisolti. Se la coppia è separata, l’estate porta con sé tutte le difficoltà connesse all’organizzazione delle vacanze con i figli, fonte frequente di un’impennata del conflitto già in essere;
- Familiare malato: per chi ha un familiare affetto da una qualche malattia che lo rende non autosufficiente, l’arrivo dell’estate diventa fonte di un grande stress dettato dall’ambivalenza tra il bisogno di assistenza e cura che il tuo parente necessita e quello proprio di relax. Vincoli economici, sensi di colpa ed eventuali conflitti familiari completano spesso il quadro.
La pausa estiva, che per antonomasia viene associata a relax e cura di sé, a volte può quindi diventare un periodo molto faticoso e delicato.
Non è un caso che le richieste di supporto psicologico “settembrine” siano connotate da urgenza. L’estate ci espone a maggiori rischi, perché ci impone in qualche modo di fare i conti con le nostre fragilità.
Questo rischio, di fatto, rappresenta una splendida opportunità, perché mettendoti “con le spalle al muro” ti fa diventare coraggioso e pronto ad aprire il pc e digitare sul motore di ricerca la parola “psicologo”. Così, se l’estate per te non rappresenta uno spazio naturale in cui prenderti cura di te, avrai la possibilità di prenderti questo spazio da solo.